Di Carlo Crisman 18-dic-2020 15.54.00

Smart Working e PA: cosa cambierà nei prossimi anni?

Dal 2018 ad aprile 2020 le pubbliche amministrazioni che hanno attivato procedure di lavoro agile sono passate dall’8% ad oltre il 73% (studio dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano). Quello che sembrava un passaggio lento e difficoltoso si è trasformato in un cambiamento repentino, che ha colto di sorpresa istituzioni e dipendenti.

Come è cambiata la PA dall’inizio della pandemia?

L’avvento della pandemia CoVid-19 ha reso necessario regolamentare ulteriormente il processo di digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni fissando degli obiettivi ben definiti e molto più ambiziosi di quanto fissato in precedenza. Già il decreto Rilancio nella sua fase di conversione nella legge n.77/2020 è stato modificato da un emendamento che ha introdotto delle novità per lo Smart Working nella PA ed in particolare ha imposto la creazione del POLA (Piano Organizzativo del Lavoro Agile). Con il POLA, lo Smart Working al 50% nelle PA non durerà fino al 31 dicembre 2020 ma potrà arrivare addirittura fino al 60% da gennaio 2021. Ma il 2021 sarà un vero e proprio spartiacque in tema di Smart Working nelle PA. Vediamo dunque quali sono i cambiamenti previsti nel 2021.

I cambiamenti previsti per i prossimi anni

La scadenza fondamentale è il 28 febbraio 2021, data entro la quale le amministrazioni devono avviare il processo di trasformazione digitale con l’obiettivo di «accelerare lo sviluppo migliorando la qualità della vita dei cittadini e agevolando il lavoro delle imprese». La digitalizzazione semplificherà il rapporto fra cittadini e istituzioni attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali (es.: SPID, app IO). Ecco i principali passi previsti dal Decreto Semplificazioni (dl 76/2020).

SPID

Dal 28 febbraio 2021 le credenziali SPID e la Carta d’identità elettronica (CIE) saranno le uniche che consentiranno di accedere ai servizi della PA e sostituiranno definitivamente tutte le altre credenziali (come il PIN INPS) che saranno comunque valide fino alla naturale scadenza e comunque non oltre il 30 settembre 2021.

App IO

La app che viene già utilizzata per vari scopi, ad esempio per il bonus vacanze, consente di accedere ai servizi della PA utilizzando lo smartphone. Entro il 28 febbraio 2021 tutte le pubbliche amministrazioni devono avviare un processo di trasformazione digitale che rende possibile l’utilizzo dei servizi attraverso questa app. Con la App IO sarà possibile effettuare autocertificazioni, presentare istanze e dichiarazioni utilizzando il proprio telefono cellulare, effettuare pagamenti attraverso la piattaforma pagoPA.

Notifica digitale atti

L’articolo 26 del Decreto, prevede l’utilizzo di una piattaforma tecnologica che funzionerà come una sorta di “buca delle lettere digitale”, accessibile anche dal proprio cellulare, che consentirà alla Pubblica Amministrazione di effettuare, con valore legale, l’invio di notifiche di atti, provvedimenti e avvisi. Il cittadino o l’impresa potrà aprire in qualsiasi momento il proprio “cassetto notifiche” sulla stessa piattaforma per “ritirare” direttamente l’atto ed effettuare il relativo pagamento, se necessario. La procedura di recapito degli atti via posta ordinaria resterà in vigore per i cittadini che non possiedono un domicilio digitale.

Codice di condotta

L’articolo 32 prevede un Codice di condotta tecnologica della Pubblica Amministrazione, che consentirà di progettare, realizzare e sviluppare i propri sistemi e servizi informatici e digitali basandosi su regole omogenee, valide su tutto il territorio nazionale.

Dati della Pubblica Amministrazione

È prevista una forte semplificazione per la gestione e il funzionamento della Piattaforma Digitale Nazionale Dati, che rende immediatamente interrogabili, disponibili e fruibili i dati dei vari rami della Pubblica amministrazione. Le nuove norme rendono più facile la modalità di condivisione dei dati, e consentono di valorizzare e rendere immediatamente disponibili alle amministrazioni notevoli flussi di dati aggregati e anonimizzati.

Cloud Computing

Le pubbliche amministrazioni devono migrare i propri Centri Elaborazione Dati (CED) che non hanno i requisiti di sicurezza fissati dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID) verso un’infrastruttura ad alta affidabilità, localizzata in Italia. In alternativa possono far migrare i loro servizi verso soluzioni Cloud che rispettano le caratteristiche di sicurezza, qualità e livello delle prestazioni definite dall’ AGID.

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Comunicazione con i cittadini

Il decreto dispone che la modalità abituale di comunicare tra uffici pubblici e tra amministrazioni e cittadini sia quella digitale, con l’obiettivo di rendere più semplici e veloci i rapporti con cittadini e imprese.

Smart Working

Per agevolare lo Smart Working, la pubblica amministrazione è tenuta a dotarsi di beni, servizi e sistemi informatici idonei a consentire l’accesso da remoto ai propri dipendenti, nel rispetto dello Statuto dei lavoratori e delle disposizioni in materia di sicurezza delle reti e dei dati.

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Il 2021 è stato un anno cruciale per la trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni. Affinché ogni singolo ente possa seguire la roadmap prevista senza incorrere in problemi bloccanti, è necessario affidarsi ad un partner tecnologico che sia sicuro, affidabile e che possa fornire tutti i servizi necessari rimanendo l’unico interlocutore a cui la PA dovrà rivolgersi.

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